Il manifesto ideologico di James Damore
Una vera e propria bufera si sta abbattendo sugli uffici della Google. E non si esclude che l’onda possa anche travolgere altre società della Silicon Valley.
Tutto è partito da un documento ideologico pubblicato dall’ingegnere James Damore, dipendente di Google.
Damore, ha spiegato la propria convinzione in 10 pagine pubblicate in una rete interna della società. Attraverso il documento si valutano negativamente le politiche di assunzione di Google.
La società di Mountain View ha varato alcuni provvedimenti per un migliore bilanciamento di genere e etnico. Attualmente, infatti, solo il 20% delle donne viene impiegato nelle mansioni tecnologiche e manageriali. Bianchi e asiatici costituiscono rispettivamente il 53 e 39% degli occupati, mentre neri e ispanici sono, rispettivamente, all’1 e 3%.
La posizione del “ribelle”
Damore sostiene che non esisterebbe alcuna discriminazione organizzata nei confronti delle donne e neppure nessun condizionamento di tipo razziale. La penalizzazione si avrebbe, invece, circa l’aspetto politico. Ad essere in soggezione sarebbero, secondo Damore, i Conservatori. Questi sarebbero schiacciati dalla maggioranza di sinistra, e starebbero zitti favorendo spazio ai personaggi più radicali.
In realtà, l’ingegnere “ribelle” non sostiene che i pregiudizi contro le donne e alcune etnie, non esistano completamente. Ritiene che non vadano combattuti creando delle corsie preferenziali.
Ad essere posti sotto accusa da parte di Google, sono però alcuni contenuti giudicati sessisti da Danielle Brown, la vicepresidente per la diversity, l’integrità e la governance, che ha dichiarato: “Quel documento parte da assunti scorretti sul gender, sono tesi che Google condanna. Da noi c’è libertà di parola, ma nel rispetto dei principi di eguaglianza delle opportunità fissati dal nostro Codice di condotta e dalle leggi antidiscriminazione“.
Le reazioni all’interno dell’azienda non sono però unanimi. C’è chi si scaglia contro “l’idiota che usa argomenti di pseudoscienza per giustificare il sessismo”. Ma c’è anche chi solidarizza con lui: “Terrificante, se non sei allineato alla maggioranza ti bollano come imbecille e incolto”. Oppure: “Dunque diversity e inclusione significano che se la pensi diversamente devi essere escluso?”. E infine, ancora: “Ragazzi, questo ha avuto fegato. Non lasciamolo solo, altrimenti lo cacciano”.
La misura del licenziamento è scattata, ma la questione pare ben lungi dall’essere chiusa.